Dal 2018 coltiviamo ufficialmente le nostre uve secondo il disciplinare dell'agricoltura biologica
Quando sognavo questa avventura la sognavo "Biologica". Ora che la sto realizzando mi sono accorto che posso fare molto di più. . Tutto questo non inizia e non finisce con la parola biologico, è un esperienza con molte cose da imparare, da scoprire, da sperimentare. Pratiche e comportamenti che si possono attuare nel rispetto della nostra salute e del territorio che non sono previste nei disciplinari ma che ci vengono suggerite dal nostro buon senso e dall'osservazione della natura fatta da persone che ci vivono e lavorano ogni giorno.
Mi sono accorto quindi che "biologico" potrebbe non bastare. Che tutto questo è un percorso che ogni giorno si arricchisce di un piccolo passo, in avanti o indietro che sia, fondato sull'esperienza, la mia e quella di chi mi ha preceduto.
Mi impegno ad applicare o ricercare nuovi modi per difendere la terra e l'uomo, nel mio piccolo certamente, ma quotidianamente.
In questa pagina racconterò che cosa faccio, successi ed insuccessi di questa altra piccola grande sfida.
I nostri impegni consolidati
Inerbimento stabile del suolo con erbe spontanee ( > sostanza organica, <erosione, aumento del numero di specie vegetali presenti)
Sfalcio dell'erba a filari alterni (per dare ospitalità agli insetti "utili"; abbiamo anche notato molte più lepri, forse per la maggiore possibilità di nascondersi nell'erba)
Utilizzo di prodotti fitosanitari ammessi in agricoltura biologica (rame e zolfo)
Zolfo:
quando disponibile sul mercato preferiamo quello proveniente dalle
miniere e non quello proveniente dalla lavorazione del petrolio
Utilizzo dei prodotti fitosanitari secondo necessità, non secondo un calendario prestabilito ma in base a molteplici fattori che se osservati a seconda dell'annata ci possono permettere di ridurre ulteriormente le quantità utilizzate, tollerando qualche rischio in più e purtroppo qualche perdita.
Distribuzione in vigneto dei prodotti di scarto della lavorazione dell'uva, semi, bucce, raspi e i depositi del vino (fecce). Questa pratica naturale è inspiegabilmente abbastanza rara.
Macinatura nel vigneto degli scarti della potatura della vite per restituire ciò che abbiamo sottratto.
Iniziato le prime prove di sovescio sia come concimazione che a scopo biofumigante.
Raccolta separata dei materiali di rifiuto e ricliclo all'interno dell'azienda o attraverso gli appositi contenitori.
Riduzione dell'utilizzo di materiale plastico (in particolare nelle confezioni, nei sistemi di legatura, ecc.)
Raccolta di un inaspettata quantità di bottiglie di plastica abbandonate nei vigneti, portate a casa e riciclate.
Orto: medesima filosofia per offrire ai nostri ospiti ciò che la stagione ci offre ad un reale km 0.
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I nostri progetti
Introduzione sperimentale di pecore nel vigneto (gestione dell'erba, concimazione e perchè gli animali ci piacciono...)
Galline libere: ci consentono una più naturale gestione dell'erba e degli insetti, una parziale concimazione e fruendo di un alimentazione sana e spontanea con solo qualche aggiunta di cereali spezzettati alla sera portando così ad una qualità di vita degli animali decisamente migliore rispetto agli altri allevamenti. Dopo numerosi tentativi ora si notano dei miglioramenti, non ultimo il riuscire ad allevare in stato di quasi totale libertà anche i piccoli nati insolitamente alle porte dell'inverno
Consolidare pratica del sovescio (per ridurre concimazioni e migliorare la fertilità e struttura del suolo)
Riduzione dell'utilizzo di materiale plastico: dal 2013 non si acquistano acqua o bevande contenute in materiale plastico, quando esiste alternativa acquistiamo sempre prodotti contenuti in altri materiali che spesso riutiliziamo per altri scopi prima di procedere allo smaltimento differenziato.
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Se sei arrivato fino qui a leggere significa che sei proprio interessato quindi ricordati di tornare ogni tanto a controllare i nostri progressi.
Grazie.
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